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  • Follia ultrà al Marassi, Italia-Serbia sospesa
    12/10/2010 - Quella che doveva essere la serata del match di qualificazione all'Europeo, giocata a Genova tra Italia e Serbia, di calcio ha avuto ben poco. Fermi i calciatori e attivissimi gli ultrà serbi, che hanno letteralmente preso in ostaggio il Marassi, costringendo l'arbitro prima a ritardare l'inizio dell'incontro di 37' e poi a fermarlo dopo appena 6 minuti, quando la rete ormai squarciata è diventata un punto di ingresso in campo di bengala.
    I primi segni della guerriglia imminente si avvertono già prima dell'ingresso dei tifosi provenienti da Belgrado, quando inizia a circolare la notizia di 3 fermi e 15 feriti serbi negli scontri con la Polizia (addirittura i tifosi ospiti hanno verniciato il muro di Palazzo Ducale). Ma la situazione peggiora allo stadio, dove 1.600 ultrà della Stella Rossa, nel settore ospite, iniziano a lanciare fumogeni verso la vicina gradinata nord, piena di sostenitori italiani. Presto il lancio interessa anche il campo, fino all'esplosione di una bomba carta, che rivela l'impossibilità dei vigili del fuoco di controllare la situazione.
    A quel punto, la polizia, in assetto antisommossa, si schiera a bordocampo al di là della recinzione che i tifosi stranieri si divertono a colpire a sprangate.
    Questo il quadro della situazione che i giocatori, ancora ignari, trovano appena scesi in campo. Diversi calciatori serbi, tra cui Stankovic e Krasic, provano a calmare i loro tifosi, applaudendoli. Ma la tregua ottenuta dura ben poco. Così, alle 21.27, la partita riprende ma a fatica: il pubblico azzurro fischia la Serbia ogni volta che la squadra avversaria tocca palla, fin quando, al 6', la gara si ferma nuovamente a causa di fumogeni in campo e in curva, e alle 21.38 il giudice di gara scozzese Thomson prende la decisione finale di sospendere l'incontro.
    I tafferugli, come prevedibile, non sono mancati nemmeno dopo la sospensione della partita. Fuori dallo stadio, infatti, i tifosi serbi hanno fronteggiato un centinaio di ultrà italiani lanciando bottiglie e fumogeni. Alcuni tifosi ospiti hanno inoltre scavalcato i tornelli in cerca dello scontro fisico, costringendo le forze dell'ordine in tenuta antisommossa a formare un cordone divisiorio utilizzando anche i mezzi blindati.
    PRESO "L'UOMO NERO": SI CHIAMA IVAN BOGDANOV - 13/10/2010 - È stato il protagonista indiscusso della notte di Italia-Serbia, ripreso costantemente dalle telecamere con il passamontagna e la maglietta nera con il teschio e le movenze al limite tra l'uomo e il primate. Lo abbiamo visto appollaiato sopra la rete del settore ospiti, per poi tagliarla con un tronchetto e da lassù, con il suo fisico muscoloso pieno di tatuaggi, lanciare fumogeni in campo, mentre gli altri ultrà serbi contribuivano a mandare in fumo la serata di calcio prevista. Ma Ivan Bogdanov, "l'uomo nero", il "terribile", come molti lo chiamano, al termine della sua serata, non è riuscito a sfuggire alle forze dell'ordine, che lo hanno cercato per tutta la notte, per trovarlo, alle 2.30, nel vano bagagli dell'ultmo pullman dei tifosi serbi rimasto nel piazzale del Ferraris. Gli agenti hanno fatto scendere tutti i passeggeri dai pullman e gli hanno ordinato di sfilare la maglietta, per riconoscere i tatuaggi di Ivan immortalati dalle telecamere, ma nessuno sembrava corrispondere all'immagine del ricercato. Poi il colpo di scena: Ivan era nascosto nel vano portabagagli dell'ultimo pullman. Tra gli applausi e gli insulti degli astanti, "l'uomo nero" della Stella Rossa è stato placcato e trascinato, insieme a borse con numerosi bengala e bombe carta, di nuovo allo stadio di Marassi. Poi Ivan il terribile è stato portato in carcere, dove più tardi ha spiegato: «Non ho niente contro l'Italia, ce l'ho con la mia squadra. Amo la mia patria».

    Foto tratte da Gazzetta.it
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  • Olanda sotto al 116', e la Spagna è campione del Mondo
    11/07/2010 - La Coppa del Mondo 2010 da oggi parla spagnolo, per la gioia di una nazionale che la solleva al cielo con l'estremo entusiamo di chi è primo per la prima volta nella propria storia, e anche per la gioia di un polpo, quell'ormai famosissimo Paul dell'acquario di Oberhausen, che ha azzeccato l'ennesimo risultato di questo Mondiale, dopo averne indovinati sette su sette prima della finale.
    A decidere le sorti di un incontro in cui Olanda e Spagna si sono fronteggiate senza mai arrivare a importanti conclusioni, la rete dell'1-0 di Iniesta al 116', gol a lungo contestato dalla squadra avversaria, realizzato subito dopo l'espulsione di Heitinga per doppia ammonizione.
    Quelli giocati dagli Orange, alla terza finale persa dopo '74e '78, e dalla "Roja", prima della rete del fuoriclasse del Barcellona, sono stati 90 minuti di nervosismo e occasioni sprecate. «È stata una partita molto difficile ma noi abbiamo dei giocatori fantastici che hanno saputo imporsi», ha commentato a caldo un raggiante Vicente Del Bosque, che si è detto fiero dei suoi giocatori, che già nel primo tempo erano padroni del campo «e nel secondo meritavamo di vincere perché abbiamo avuto almeno due-tre occasioni per andare in gol».

    Link consigliati: Corriere.it: Speciale Mondiale 2010
    --------------Gazzetta.it MatchView: la cronaca minuto per minuto


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  • Azzurri fuori dal Mondiale, battuti 3-2 dalla Slovacchia
    24/06/2010 - Il sogno azzurro si è infranto contro il muro dei propri sbagli. La sconfitta per 3-2 contro la Slovacchia, fuori dalla buona prestazione della squadra avversaria, sa di scelte sbagliate ed errori che la Nazionale si è portata dietro sin dall'esordio al Mondiale.
    Il risultato dell'incontro Italia-Slovacchia è arrivato al termine di una gara in cui, per l'ennesima volta in questo Mondiale, gli azzurri non hanno saputo tenere testa a un avversario pure modesto.
    L'Italia, carica di voglia e fretta di incassare una vittoria determinante per il proseguimento del percorso nel Mondiale, parte con il tridente d'attacco Pepe-Iaquinta-Di Natale e sembra in grado di regalare emozioni. Lo rivela il destro di Di Natale dalla grande distanza a lato quando sono passati pochi secondi dal fischio di inizio. Ma, purtroppo, è tutta un'illusione, e nel giro di pochi minuti gli italiani lo capiranno amaramente.
    Il resto del primo tempo, infatti, è disastroso. La difesa azzurra lascia intravedere le prime falle, quando, solo per fare un esempio, Hamsik non viene fermato dentro area, e per poco non riesce a vincere Marchetti.
    Gli azzurri dimostrano una prestazione appena sufficiente a tirare avanti, fino a quando la Slovacchia si fa sotto e incassa la prima rete: De Rossi sbaglia un appoggio di piatto per Montolivo, la palla va al centravanti Vittek (nella foto, a lato, tratta da Gazzetta.it) e con un diagonale infallibile finisce in rete. È il gol dell'1-0.
    È duro il colpo inferto agli azzurri. Paralizzati dalla paura, non fanno che commettere errori, mentre la Slovacchia continua a pressare creando non poche difficoltà a un Marchetti per sua fortuna graziato in parecchie occasioni.
    Lippi prova a cambiare la situazione. Decide di far entrare Maggio e Quagliarella al posto di Criscito e Gattuso, puntando all'attacco con un 4-4-2. Maggio si divora un gol, e intanto Pirlo sostituisce Montolivo. Il pubblico italiano, come anche la Nazionale, vanno in subbuglio quando Quagliarella sfiora il pari, trovando lo spiraglio giusto con una girata di destro, Skrtel sulla linea di porta libera, ma non è l'occasione tanto attesa.
    E l'Italia va sotto 2-0, quando Vittek realizza la sua doppietta, anticipando Chiellini sugli sviluppi di un angolo. Siamo al 28' della ripresa, e la situazione per gli uomini di Lippi appare ora maledettamente irreversibile.
    Ma gli azzurri vogliono crederci, devono: sul 2-0 decidono di riversarsi tutti avanti. Di Natale segna, poi è la volta della rete del 3-1 di Kopunek, quindi Quagliarella accorcia con una perla che sembra riaprire nuovi spiragli. Infine Pepe spreca l'incredibile nel recupero, quando l'Italia, esaurite forze, speranze e minuti preziosi, realizza di aver perso il suo Mondiale. I campioni del mondo tornano a casa da ultimi del girone, dopo un'esperienza da dimenticare pari soltanto a quella del '66 in Inghilterra con la Corea e a quella del 1974 con la Germania.
    E LIPPI AFFRANTO DISSE: «È COLPA MIA» - «Mi prendo tutte le responsabilità, se la squadra è entrata con terrore nelle gambe e nel cuore vuol dire che l'allenatore non ha preparato bene la gara sul piano tattico e psicologico». Per la Nazionale, fuori dal Mondiale a testa bassa, è ora tempo di fare autocritica. Affranto, con la faccia cupa, in conferenza stampa il commissario tecnico Marcello Lippi ha chiesto scusa a tutti, dicendosi responsabile delle proprie scelte, di non aver «preparato a dovere» la squadra. E riguardo al futuro, il c.t.. ha dichiarato: «In bocca al lupo al mio successore. Ora non voglio tornare subito ad allenare, mi riposerò qualche mese».
    A parlare in conferenza stampa è stato poi il portiere Gigi Buffon, penalizzato in questo Mondiale da un infortunio alla schiena: «Se in tre partite non riesci a vincerne neanche una è giusto tornare a casa». Delusione e amarezza anche da parte di Daniele De Rossi, che non si aspettava che la Nazionale uscisse al primo turno, e da parte di Montolivo, che ha sottolineato come a impedire agli azzurri di «dare quello che avevamo» abbia contribuito anche la paura provata già dal primo tempo. «La colpa dell'eliminazione è di tutti - concorda poi il difensore Gianluca Zambrotta - e non solo dell'allenatore. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e fare un'analisi di coscienza, superare questo Mondiale e guardare avanti». Anche Di Natale tiene a precisare che la colpa non va data al c.t., affermando: «Lippi si è preso tutte le responsabilità? La colpa è nostra, il mister ci ha dato tutto fino alla fine ma non siamo stati bravi a vincere la partita». «Ci voleva anche un po' di fortuna - ha concluso Di Natale - ma è andata così e dispiace tanto».

    Link consigliati: Gazzetta.it MatchView: la cronaca minuto per minuto

    Foto tratte da Gazzetta.it

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  • Parapendio, titoli italiani in Piemonte, Veneto e Alto Adige
    21/06/2010 - Organizzato con successo dall'associazione Outdoorsports, si è concluso nei cieli di Poggio Bustone (Rieti) il Campionato Italiano di parapendio, Trofeo Cerroni. Vittoria del torinese Marco Littamè, già campione italiano nel 2008, seguito dall'azzurro Joachim Oberhauser (Termeno, Bolzano) e dal neo campione d'Europa Luca Donini di Molveno (Trento). In campo femminile vittoria di Laura Montanari (Torino), mentre Petr Kostrhun (Repubblica Ceca), grazie alla formula open, vince la categoria sport, davanti a Moreno Tonin di Padova, a Piergiorgio Pintossi di Brescia ed al laziale Fabio Pasquali. Migliori squadre, nell'ordine, il Team Sud Tirol, gli emiliani dello Spiritolibero ed il V.L. Monte Bianco.
    Le brutte condizioni del tempo hanno messo a dura prova pazienza e capacità di piloti ed addetti ai lavori. Sole due manches delle sei previste sono state regolarmente disputate su percorsi rispettivamente di 51 e 47 km. Una terza, prevista sulla distanza di 102 km, è stata fermata per l'eccessivo rinforzare del vento mentre i 110 partecipanti erano in volo.
    Dal 30 luglio al 8 agosto presso il Monte Cucco (Sigillo, Perugia) l'Italia organizzerà i pre-mondiali di deltaplano, evento propedeutico ai campionati del mondo che si terranno nella stessa località e periodo il prossimo anno, quasi un riconoscimento per l'ottima posizione internazionale del volo libero italiano. Infatti gli azzurri detengono due titoli mondiali a squadre e due individuali di deltaplano, oltre a identici titoli europei di parapendio. La nazionale di questa disciplina si prepara ai pre-mondiali di metà luglio a Piedrahita (Spagna).
    Bravi i piloti italiani impegnati nella Coppa del Mondo di parapendio. Dopo le gare in Brasile, Giappone, Cina, si sta svolgendo quella di Drama in Grecia. Dal 3 al 10 luglio si passerà a San Potito Sannitico (Caserta) per volare nello splendido scenario del Matese. Seguiranno Stati Uniti, Portogallo e la finale di Denizli (Turchia).

    Contatti utili: per il Campinato italiano parapendio, contattare Giuseppe Mastromichele - info@outdoorsports.it - http://www.outdoorsports.it/.
    Altre informazioni sulla nazionale parapendio contattare: Alberto Castagna - castagna@telemako.it
    Altre informazioni sui Campionati del Mondo deltaplano contattare: Flavio Tebaldi - flavio.tebaldi@alice.it
    Altre informazioni sulla Coppa del Mondo parapendio, contattare: Leone Antonio Pascale - leoneantonio.pascale (AT) libero.it - http://www.matesecup.it



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  • Italia a testa bassa, pareggia con la Nuova Zelanda
    20/06/2010 - I tanti interrogativi sulle effettive condizioni dell'Italia dopo la partita di debutto al Mondiale oggi hanno trovato risposta: la nazionale, suo malgrado, non è in forma. Il pari con la Nuova Zelanda, quegli All Whites dai fisici imponenti ma non del tutto propensi al grande calcio, è bastato a rivelare la dura realtà.
    La partita è cominciata con un testa a testa tra le due squadre, ancora tese a studiare i rispettivi avversari. Ma, appena al 7', è la Nuova Zelanda a passare in vantaggio: Elliot batte la punizione, Reid sfiora la palla (che più tardi le immagini tv rivelano essere in fuorigioco), Cannavaro controlla male in area e viene beffato dalla propria deviazione di coscia, che si trasforma in un assist per Smeltz, che appena ad un metro da Marchetti mette dentro la sfera realizzando il gol dell'1-0.
    Gli azzurri sembrano travolti da un incubo, ma non stanno sognando. Cercano di reagire subito, ma la Nuova Zelanda lancia lungo per i suoi palestrati, e per l'Italia, che a sua volta tenta di rispondere con ripetuti lanci lunghi per Gilardino puntualmente intercettati dai centrali avversari, c'è poco da fare.
    L'Italia continua comunque nel suo tentativo di cambiare le sorti dell'incontro. Montolivo ce la mette tutta, fino a provare l'amarezza di centrare un palo, Zambrotta sulla destra incute timore agli avversari, Chiellini per poco non riesce a sfruttare un'occasione in mischia e subisce una gomitata di Falloni, già ammonito. I neozelandesi, del resto, per tutto l'incontro si aiutano con i gomiti affilati creando non pochi problemi agli uomini di Lippi.
    Al 28' l'arbitro assegna un rigore agli azzurri: Smith trattiene in area De Rossi su cross di Chiellini. Dal dischetto Iaquinta spiazza Paston, realizzando la rete dell'1-1.
    Nella ripresa, nonostante i tentativi di Lippi di rafforzare la strategia della nazionale (cambia il 4-4-2 di inizio partita in un 4-3-3 con Camoranesi alto entrato al posto di Pepe), il gioco degli azzurri rimane pressoché invariato. Anche Gilardino esce, lasciando il posto a Di Natale. Dentro anche Pazzini al posto di Marchisio.
    Vicelich, con un tiro, mette paura a Marchetti, ma la palla finisce in fallo laterale. L’Italia riprende ad attaccare, ma è evidentemente esausta. Montolivo ci riprova, Paston è bravo e respinge. Fino alla clamorosa palla gol dei Kiwi, quando il sinistro di Wood passa di fianco alle mani protese in tuffo di Marchetti, appena largo. Ma l'incontro è finito. Una parità che è cattivo segno.
    Qual è l'attuale situazione dell'Italia nel Mondiale? Il Paraguay, forte dei due punti di vantaggio nel gruppo F, non ci teme più. E battere la Slovacchia diventa probabilmente un obbligo per assicurarci il passaggio del turno, anche se questo risultato non garantirebbe il primo posto nel girone, che significa evitare l'Olanda. Ad ogni modo, è tempo di pensare all'immediato: il 24 giugno gli azzurri sfideranno la Slovacchia a Johannesburg. E servirà un'Italia certamente differente da quella che abbiamo visto fino ad ora.

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    ----------------Gazzetta.it: L'Italia si qualifica se... Ecco le combinazioni

    Foto tratta da Gazzetta.it



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  • Il Sudafrica non regge la sfida con l'Uruguay: 0-3
    17/06/2010 - È finito sul nascere il sogno dei padroni di casa, che ieri sera, di fronte a un Uruguay coi piedi buoni, hanno ceduto incassando un'amara sconfitta per 3-0.
    L'epilogo dell'incontro tra Sudafrica e Uruguay si potrebbe prevedere già all'inzio: i padroni di casa cercano di tenere palla per rallentare il ritmo dell'avversario, che conta su giocatori capaci di dialogare bene come Suarez e Forlan. Perfino Tshabalala conclude poco, provando il tiro a ogni occasione senza mai centrare il bersaglio.
    Il primo colpo per i sudamericani arriva a metà tempo: Forlan riceve sulla trequarti, ha tutto il tempo di girarsi, tira la sfera e beffa Khune, complice una deviazione di Mokoena. Gli uomini di Parreira provano subito a reagire con un paio di iniziative di Mpela e Tshabalala. Via via, però, si dimostrano a corto di idee, anche a causa di un movimento senza palla pressoché nullo: la loro manovra si riduce a una rete di passaggi orizzontali nella speranza che prima o poi accada qualcosa. A tutto vantaggio, in realtà, dell'Uruguay, che controlla agevolmente sfiorando anche il raddoppio con un paio di spunti di Suarez, decisamente più pericoloso di un Cavani probabilmente troppo emozionato. E il primo tempo si conclude con il risultato di 1-0.
    Nella ripresa, l'Uruguay non fa che continuare a imporsi. Nel giro di pochi minuti vanno vicini al raddoppio Cavani e Lugano, ma più in generale gli uomini di Tabarez appaiono organizzati e compatti in attacco come in difesa, oltre che atleticamente ben attrezzati. Dal canto loro, i sudafricani appaiono ancora più spaesati anche nell'organizzazione di gioco. Ed è un peccato, perché le rare volte che riescono a costruire una conclusione il lavoro per Muslera c'è: gliene danno per esempio, a metà tempo, Mpela di testa e Modise da fuori area. Occasioni che finiscono per dare finalmente coraggio agli uomini di Parreira, che hanno una fiammata nella metà campo uruguaiana. Ma, non appena la squadra di Tabarez risponde, entra in gioco il "mestiere" di Suarez, che a tu per tu con il portiere Khune va a farsi sgambettare da quest'utlimo: rosso e rigore, che il solito Forlan trasforma. A quel punto, al Sudafrica resta solo l'orgoglio da difendere. Ci prova Tshabalala, il festeggiato protagonista dell'incontro tra Sudafrica e Messico. Ci provano anche Modise e Moriri, ma non c'è niente da fare, il Sudafrica stasera non riesce a rialzarsi. E cede di fronte al colpo di testa di Alvaro Pereira che vale il gol del 3-0.
    Adesso per i padroni di casa la strada del Mondiale si fa in salita, prevedendo l'obbligo di battere la Francia, possibilmente con un vantaggio netto.



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  • Italia-Paraguay finisce 1-1, buon debutto per gli azzurri
    14/06/2010 - Qualcuno, nell'ansiosa attesa dell'esordio dell'Italia ai Mondiali in Sudafrica, auspicava che la pioggia, che da stamattina non ha dato tregua ai calciatori a Cape Town, potesse portare un po' di fortuna. Il risultato, al termine dell'incontro tra Italia e Paraguay, è stato un 1-1, dietro cui in realtà si cela la buona prestazione di una squadra, quale quella del c.t. Lippi, che ce l'ha messa tutta dall'inizio e finisce sotto nel punteggio oltre i propri demeriti.
    L'esordio al Mondiale sudafricano è sofferto: gli azzurri faticano a concretizzare un buon inizio di gara, soprattutto in fase conclusiva, e finiscono sotto nel punteggio quando, al 39' del primo tempo, Torres batte una punizione dalla destra, Alcaraz stacca fra Cannavaro e De Rossi e batte Buffon, segnando la rete dell'1-0 per il Paraguay (nella foto, tratta da Gazzetta.it, Alcaraz festeggia per la rete).
    Ma gli azzurri, seppure evidentemente storditi dalla rete, riescono a farsi forza e a insistere con un pressing che caratterizza quest'Italia al debutto. Al 18' del secondo tempo, Pepe effettua un corner a rientrare nell'area piccola, Villar va a vuoto e De Rossi devia in scivolata da due passi, una mossa che vale la rete dell'1-1 (nella foto a lato, tratta da Gazzetta.it, De Rossi festeggiato dopo il gol del pareggio).
    Si è conclusa in parità la sfida tra la nostra nazionale e la squadra sulla carta più temibile del nostro girone. Ogni verdetto è quindi rimandato: ma, per ora, è un dato la solidità della difesa degli uomini di Lippi, che riescono a vanificare le azioni avversarie. Tra le pecche, il gioco portato avanti da Gilardino, e l'infortunio che ha costretto Buffon a lasciare il campo.

    Link consigliati: La cronaca del debutto dell'Italia nei nostri tweet
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  • Maradona, grande debutto. E Inghilterra-Usa finisce 1-1
    12/06/2010 - Quella di oggi è stata un'altra giornata di intense emozioni a Johannesburg. È stato il giorno del debutto di Diego Armando Maradona (nella foto, tratta da Gazzetta.it), che con un "vamos" ha festeggiato una vittoria sulla Nigeria per 1-0 dopo un finale di partita più che sofferto; ed è stato il giorno della papera-regalo dell'Inghilterra di Capello nei confronti degli Usa. Ma andiamo con ordine.
    Per quasi tutto l'incontro, l'Argentina ha dominato. Molte le occasioni da gol, soprattutto per Leo Messi, che gioca su alti livelli ma arriva a sprecarne almeno cinque. D'altra parte, il portiere nigeriano Enyeama dimostra di saper dare del filo da torcere al reparto offensivo avversario. Anche Higuain non riesce a sfruttare le opportunità che gli si presentano, e così l'Argentina va avanti con l'unica rete dell'incontro, quella realizzata in apertura da Heinze che colpisce di testa su cross di Veron. Ma per gli uomini di Maradona le brutte sorprese e la paura di vedersi strappati via i tre punti non mancano: quando mancano 8 minuti alla fine dell'incontro, infatti, per il nigeriano Uche si presenta la possibilità di cambiare le sorti della gara, beffando la dominante Seleccion. Ma il nigeriano fallisce, e la realtà dei fatti restituisce a Maradona la meritata vittoria.
    Finisce in parità, invece, l'incontro tra Inghilterra e Usa. La nazionale di Capello ha sfoderato una prestazione tutt'altro che scintillante, culminata nell'errore del portiere Green che non riesce a controllare il pallone calciato da Dempsey e lo lascia entrare lentamente in rete; una papera-regalo che, oltre alla diretta conseguenza, il gol regalato alla squadra avversaria, riapre per l'Inghilterra la questione portieri e lascia spazio alle preoccupazioni per il prosieguo del cammino mondiale. Concentrata l'attenzione sull'errore di Green, poca importanza è stata data alla rete del 4' di Gerrard, che era riuscito a portare la sua squadra in vantaggio (nella foto, tratta da Gazzetta.it, il gol di Gerrard)
    Da parte loro, gli Usa hanno giocato bene, puntando sulla forza degli esterni Donovan e Dempsey e sulle capacità del difensore centrale Onyewu, al quale va senz'altro il merito di aver lasciato la propria squadra imbattuta contro gli inglesi.





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  • Mondiale Sudafrica 2010, la festa ha inzio
    11/06/2010 - Dalle 14 di oggi a Johannesburg si è alzato il sipario sul primo Mondiale giocato nel continente africano. Dopo sei anni e almeno 4 miliardi di euro, allo stadio Soccer City, ai margini dell'ex ghetto nero a sud di Johannesburg, si attende con trepidazione il calcio di inizio della prima delle 64 gare previste dalla Coppa del Mondo 2010. E già si stimano in due miliardi, oltre alle ottantamila presenti nella calabash (nome della zucca-ciotolona, tipica della cucina africana, alla cui forma lo stadio è stato ispirato, ndr), le persone che in questo momento si stanno emozionando davanti alla tv, lasciando volare la propria immaginazione sulle ali di uno sport che è anche potente fenomeno sociale e strumento di affermazione della libertà dei diritti umani.
    È previsto per le 16 l'incontro inaugurale Sudafrica-Messico, per poi passare a Francia-Uruguay, che si disputerà in serata a Cape Town.
    Una grande festa di popolo sta accogliendo l'inizio dell'atteso Mondiale 2010. Nello stadio del pentolone di Soccer City, tra musica e calcio, tutti si sentono inevitabilmente un po' africani . Manca solo Nelson Mandela, colpito dalla tragica morte di una bisnipotina 13enne in un incidente stradale, mentre la ragazzina era di ritorno dal concerto di Shakira.
    SUDAFRICA, OTTIMA PARTENZA, MA IL MESSICO PAREGGIA - E' iniziato con un pareggio il Mondiale 2010, quello tra la nazionale di casa e il Messico, impegnate nel primo incontro della Coppa del Mondo. Partita intensa e difficile, in cui i Bafana Bafana hanno sofferto un Messico dominante per passare in vantaggio, con il gol dell'1-0 firmato da un incredibile Tshabalala, solo nella ripresa. Dopo molti minuti di gioco, scanditi da numerose occasioni da gol, la squadra di Aguirre ha visto avanzare un Sudafrica in netta ripresa, anche grazie alla prima rete del 10' che ha letteralmente ricaricato gli uomini di Parreira. Solo alla fine, dopo numerosi tentativi di cambiare la situazione, un errore nell'attuazione del fuorigioco della difesa sudafricana permette a Guardado di trovare Marquez smarcato davanti a Khune. Il diagonale del difensore del Barcellona vale l'1-1 che non cambierà più fino al termine dell'incontro.
    FRANCIA E URUGUAY NON FANNO SOGNARE - Le squadre protagoniste del secondo incontro del Mondiale non hanno fatto sognare. L'incontro tra Francia e Uruguay è finito infatti 0-0 al termine di una partita in cui per entrambe le squadre si sono presentate poche occasioni importanti.


    Foto tratta da Corriere.it
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  • Parapendio, due titoli europei per l'Italia
    08/06/2010 - Doppio oro europeo per l'Italia del parapendio: Luca Donini, di Molveno (Trento) e la nazionale italiana si aggiudicano i titoli individuale e a squadre per la seconda volta in pochi anni. Gli altri azzurri sono: Aaron Durogati (Merano, Bolzano), Joachim Oberhauser (Termeno, Bolzano), Christian Biasi (Rovereto, Trento), Alberto Vitale (Bologna), Martina Centa (Feltre, Belluno), il CT Alberto Castagna (Cologno Monzese, Milano) e l'aiutante Giorgio Corti (Suello, Lecco).
    I campionati si sono svolti ad Abtenau in Austria, non lontano da Salisburgo. Vi hanno preso parte 143 piloti provenienti da 33 nazioni che sui monti circostanti avevano a disposizione apposite aree di decollo tra i 1600 e 1832 m. Ovviamente i parapendio, sfruttando le correnti d'aria ascensionale, hanno raggiunto quote ben più elevate, talvolta fino a 3400 m, con forti ratei di salita (9 m/sec) specie sulle pareti dell'imponente massiccio montuoso del Dagstein.
    Inclementi le condizioni del tempo: pioggia e neve hanno costretto gli organizzatori a convalidare solo tre giornate di volo delle dieci previste, sospendendo le altre. Donini ha vinto due manches su tre; l'ultima, grazie anche ad un brillante terzo posto di Biasi su un percorso di oltre 134 km, è
    stata determinante per tutta la squadra. Alle spalle gli azzurri lasciavano Austria, Slovenia e Francia, mentre il nostro regolava l'austriaco Alex Schalber, secondo, ed il polacco Rafal Luckos, terzo. In campo femminile il podio segnava al primo e terzo posto le ceche Petra Slivova, e Renáta Kuhnová, con la francese Elisa Houdry alla piazza d'onore.
    La vittoria di Abtenau porta l'Italia al vertice assoluto nel panorama internazionale del volo libero, cioè senza motore. Al titolo europeo di oggi si affiancano i quattro mondiali in deltaplano, individuali ed a squadre. L'Italia il prossimo anno ospiterà i mondiali di questa disciplina a Sigillo
    in Umbria.

    Foto di Martin Scheel. Altre sue immagini all'indirizzo www.azoom.ch.

    Per ulteriori informazioni sul Campionato Europeo parapendio contattare: Alberto Castagna - castagna (AT) www.telemako.it.
    Sito ufficiale della manifestazione: http://em2010.ikarus-abtenau.at/.

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  • Giro d'Italia, trionfo in rosa per Ivan Basso
    30/05/2010 - Prima la grande impresa sulle difficili rampe del monte Zoncolan, nella 15esima tappa, poi l'energia sfoderata nelle tappe del Mortirolo e sabato in quella che affrontava la Cima Coppi sul passo Gavia. Dopo giorni di successo, per il ciclista varesino Ivan Basso è arrivata la meritata vittoria al 93esimo Giro d'Italia. Per il corridore si tratta del secondo successo nella Corsa Rosa, dopo quello del 2006; due successi separati da due difficili anni di squalifica per doping.
    La cronometro individuale di 15 km a Verona ha visto la vittoria di Larsson con 42" di vantaggio su Basso (15esimo). La medaglia d'argento è andata a David Arroyo, distaccato di 1'51", mentre Vincenzo Nibali ha mantenuto la terza piazza nei confronti di Michele Scarponi, sul quale alla partenza della tappa contro il tempo era in vantaggio per un solo secondo.

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  • Accordo tra Inter e Real, Mourinho pronto a partire
    28/05/2010 - Sulla partenza di Mourinho dall'Inter con destinazione Real Madrid, dopo giorni di discussioni e anche qualche polemica, è arrivato l'accordo ufficiale tra il presidente nerazzurro Massimo Moratti e quello del Real Florentno Perez. Secondo quanto si è appreso, l'incontro tra i due presidenti è terminato con la sottoscrizione di un accordo economico tra le due società, in base al quale i 16 milioni di euro previsti dalla clausola di rescissione (Mourinho aveva un contratto valido fino al 2012), saranno pagati in due rate dal Real Madrid. José Mourinho sarà ufficialmente il nuovo allenatore del Real Madrid a partire da lunedì prossimo alle 13.
    L'accordo è stato reso noto dall'Inter con una nota ufficiale pubblicata sul suo sito: «I presidenti Massimo Moratti e Florentino Perez si sono incontrati questo pomeriggio - si legge nella nota - Alla luce degli ottimi e costruttivi rapporti d'amicizia che intercorrono fra le due società, èstato raggiunto l'accordo relativo alla clausola contrattuale che lega José Mourinho a F.C. Internazionale. Sono stati precisamente definitivi tempi e modi con i quali l'accordo verrà totalmente onorato. Massimo Moratti ringrazia Florentino Perez per la sua disponibilità nel raggiungerlo a Milano - conclude la nota - e per la sua cortesia che conferma, ancora una volta, il fortissimo legame esistente fra i due prestigiosi club».
    Moratti ha rivelato che nel saldo della clausola non è escluso possa rientrare qualche contropartita tecnica. «Oggi abbiamo accennato ai giocatori, ma solo per parlare della loro qualità. Comunque siamo liberi di vedere all'interno di questo discorso se si può fare qualche operazione del genere». Non è sbagliato immaginare che dietro le parole di Moratti si celi il desiderio di avere Cristiano Ronaldo nelle proprie fila, ma il campione non è in vendita.

    Link consigliati: E Gazzetta pubblica il glossario di Mourinho


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  • Mourinho lascia l'Inter, in vista trattative con il Real
    25/05/2010 - Chi aveva parlato di "ultima cena" riferendosi all'incontro di ieri sera tra Moratti e Mourinho non si era sbagliato. Voci non confermate a parte, è un fatto che il c.t. dell'Inter nelle prossime ore diventerà ex allenatore della squadra nerazzurra. A pochi giorni dal trionfo al Bernabeu, infatti, José Mourinho ha deciso di ripartire per Madrid, ma senza la sua squadra. Scopo della "trasferta", incontrare Florentino Perez per avviare le trattative per il suo trasferimento al Real.
    A conferma delle serie intenzioni di Mourinho di lasciare la guida dell'Inter dopo un'esperienza durata due anni, c'è anche il fatto che oggi lo Special One è andato ad Appiano Gentile per recuperare le sue cose, svuotare il suo ufficio e salutare tutte le persone che lavorano nel centro sportivo nerazzurro. Questa mattina il tecnico portoghese ha compiuto probabilmente per l'ultima volta il tragitto dalla sua casa sulle colline di Como fino al centro sportivo Angelo Moratti dove è rimasto giusto il tempo di recuperare tutto il suo materiale in vista dell'ormai imminente partenza per la Spagna.
    Resta comunque da definire il pagamento della penale di 16 milioni di euro per la rescissione del contratto con il club di Moratti.

    Foto tratta da Gazzetta.it

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  • Milito da sogno, l'Inter trionfa a Madrid: 2-0
    Madrid, 22/05/2010 - Quarantacinque anni di astinenza sono abbastanza da spingere una squadra come l'Inter di Mourinho a non accontentarsi della Coppa Italia e dello Scudetto, e a dare il massimo al Santiago Bernabeu contro il Bayern di Van Gaal pur di tingere di nerazzurro il cielo sopra Madrid, questa sera assurto a tetto d'Europa. Incredula e commossa, ha tremato la curva Nord al fischio finale, quando è stato chiaro che nessuno avrebbe più contrastato il risultato incassato dal protagonista della finale, quel Principe Milito che tanto ha fatto per l'Inter, e che nell'ultima, grande sera, ha deciso le sorti dell'incontro con una doppietta.
    La partita inizia con ritmi bassi, come spesso accade in finale. Sia Bayern sia Inter preferiscono mantenersi sulla difensiva; i tedeschi si limitano a passaggi fra i quattro giocatori delle retrovie, e non riescono a sfondare il muro nerazzurro le poche volte che tentano l'avanzata. Ne vengono fuori una serie di tiri da fuori sballati, qualche protesta per un possibile tocco di mano in area di Maicon (16’), e poco più. Dall’altra parte, ci prova Sneijder su punizione. Per tutto il tempo, Julio Cesar effettua rinvii lunghi destinati alle punte, che non riescono mai a fare propria la palla. Ma al 35', il sinistro del portiere nerazzurro viene intercettato da Diego Milito. La sponda di testa del Principe è perfetta per Sneijder, come anche il filtrante di ritorno. Demichelis riesce appena a vedere la targa di Milito, che aspetta l'uscita di Butt e la piazza, segnando un gol che cambierà la partita.
    Al 25' del secondo tempo, ecco tornare la furia del Principe, che, lanciato in contropiede, punta Van Buyten, con una finta lo neutralizza, e si prepara all'ennesimo tiro perfetto. Arriva la rete del 2-0, e l'Europa finisce nelle mani del Fenomeno.
    Tra i nerazzurri non si distingue solo Milito; la difesa dell'Inter è un muro quasi perfetto, grazie a Cambiasso, Lucio e Samuel, senza contare la bravura di Julio Cesar, che a inizio ripresa ferma il tiro di Mueller, e al 20' blocca il tentativo di Robben.
    L'Inter si rivela dotata anche di un ottimo attacco, in grado di offendere e lanciarsi in scatti brucianti: Sneijder non si lascia intimorire dai palloni difficili, accompagnato da compagni validissimi come Maicon ed Eto'o. Insomma, un mix nerazzurro perfetto per una serata che l'Inter aspettava da troppo tempo.
    MORATTI ESTASIATO: FELICE COME 45 ANNI FA - Chi più del presidente Moratti potrebbe esprimere la gioia di una vittoria tanto attesa? L'Inter ha vinto la finale di Champions come ai tempi d'oro, dimenticando le difficoltà incontrate in tutti questi anni e realizzando una tripletta, Campionato, Coppa nazionale e Champions, che nessuna squadra italiana nella storia aveva mai ottenuto. La foto di Massimo Moratti con la Champions si affiancherà a quella del padre Angelo nella bacheca dei ricordi del club nerazzurro. «Stasera sto provando la stessa felicità di tanti anni fa. Per me è una grande emozione rivivere le stesse cose a distanza di tanti anni. Adesso scusate ma vado ad abbracciarli tutti». Poche parole, quelle del presidente, pronunciate un attimo prima di correre ad abbracciare gli eroi del Bernabeu. Intensa la stretta di Moratti con Mourinho, scoppiato in un pianto incontrollato.
    E poi via a festeggiare, tra abbracci e lacrime di gioia, sul palco insieme ai giocatori, con il presidente dell'Uefa Michel Platini che consegna anche a Moratti la medaglia dei vincitori. «A me non spettava, mi è stata data per simpatia, credo», ha commentato Moratti.

    Link consigliati: L'attesa di Inter-Bayern nei tweet di Beppe Severgnini

    Speciale Inter: Scudetto 2010 - Coppa Italia 2010

    Foto tratte da Gazzetta.it







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  • Mondiali Sudafrica, ecco i 30 uomini di Lippi
    Milano, 11/05/2010 - Dalle voci seguite alle polemiche sul brutto fallo di Francesco Totti su Mario Balotelli in finale di Coppa Italia (nella foto, Totti ripreso nell'atto di sferrare il calcio al giocatore interista), ai dubbi sulla possibile convocazione dei giocatori più chiacchierati del momento Balotelli, Cassano e Amauri, fino alla domanda se Legrottaglie, presente allo stage effettuato alla Borghesiana dal 3 al 5 maggio scorsi, potesse essere pre-convocato per i Mondiali del Sudafrica. Un clima di impaziente attesa si è creato in questi mesi intorno alle possibili scelte del c.t..azzurro Marcello Lippi, ma è arrivato il momento delle rivelazioni. Lippi ha infatti reso nota la lista dei 30 giocatori pre-convocati, che entro il 18 maggio dovranno rimanere in 23 (più altri quattro che rimarranno come riserve). L'attuale lista, nella quale mancano i discussi Totti, Balotelli, Cassano, Amauri e Legrottaglie (quest'ultimo sostituito con Daniele De Rossi), dovrà essere consegnata da Lippi alla Fifa entro la mezzanotte. La lista definitiva con i 27 giocatori, invece, dovrà arrivare alla Fifa il 1 giugno.
    Di seguito la lista dei convocati:

    Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Federico Marchetti (Cagliari), Morgan De Sanctis (Napoli), Salvatore Sirigu (Palermo);

    Difensori: Gianluca Zambrotta (Milan), Christian Maggio (Napoli), Fabio Cannavaro (Juventus), Giorgio Chiellini (Juventus), Leonardo Bonucci (Bari), Fabio Grosso (Juventus), Domenico Criscito (Genoa), Mattia Cassani (Palermo), Salvatore Bocchetti (Genoa);

    Centrocampisti: Andrea Pirlo (Milan), Daniele De Rossi (Roma), Claudio Marchisio (Juventus), Mauro German Camoranesi (Juventus), Gennaro Gattuso (Milan), Angelo Palombo (Sampdoria), Riccardo Montolivo (Fiorentina), Antonio Candreva (Juventus), Andrea Cossu (Cagliari), Simone Pepe (Udinese);

    Attaccanti: Vincenzo Iaquinta (Juventus), Alberto Gilardino (Fiorentina); Antonio Di Natale (Udinese), Giampaolo Pazzini (Sampdoria), Giuseppe Rossi (Villarreal), Marco Borriello (Milan), Fabio Quagliarella (Napoli).

    18/05/2010 - I convocati scendono a 28, fuori Grosso e Candreva - Nell'annunciare i convocati per il ritiro di Sestriere, dal 23 maggio al 4 giugno, il c.t. della Nazionale Marcello Lippi ha ufficializzato l'esclusione di altri due giocatori, Fabio Grosso e Antonio Candreva. Lippi ha spiegato che la decisione di escludere Grosso, l'eroe di Berlino quattro anni fa, è stata sofferta. Al suo posto giocherà Cassani, terzino destro del Palermo. Pare che la bocciatura di Candreva, tra i centrocampisti, sia stata meno sofferta, in quanto il c.t. si è trovato di fronte alternative di maggiore esperienza in grado di sostituirlo.


    Foto tratta da Gazzetta.it
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  • Giro d'Italia 2010, la Corsa Rosa giorno per giorno
    Amsterdam, 09/05/2010 - Puntuale come un orologio svizzero e attesa come di consueto da un folto numero di appassionati di ciclismo e non, che vivono la Corsa Rosa sia come sport, sia soprattutto come un momento di sano divertimento, alle 13,55 di ieri la 93esima edizione del Giro d'Italia ha avuto inizio.
    Sullo sfondo suggestivo dei canali di Amsterdam, i 198 corridori, appartenenti a 22 squadre, hanno corso i primi 8,4 km della crono, ai quali ne seguiranno altri 3.500, quando lo storico percorso avrà termine a Verona.
    Fra i protagonisti più attesi gli italiani Ivan Basso e Damiano Cunego, il campione del mondo Cadel Evans, che dopo due secondi posti al tour punta a diventare il primo australiano a vincere il Giro, lo spagnolo Carlos Sastre, quarto lo scorso anno, e il kazako Alexander Vinokourov, già primo quest'anno al Giro del Trentino e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Sotto condizioni meteo sempre variabili, con un cielo plumbeo che a una pioggia improvvisa alternava pallidi raggi di sole, alle 13,55 il tedesco Matthias Russ è partito, dando il via alla prima tappa del Giro d'Italia 2010. Dopo il corridore della Milram sono partiti tutti i concorrenti con frequenza di 1’ tranne gli ultimi 22 (uno per squadra) che prenderanno il via ad intervalli di 2’. Per questa prima cronometro due rilevamenti cronometrici: al km 4,1 e all’arrivo km 8,4.
    Alle 17,18 è l'inglese Bradley Wiggins (nella foto) a segnare il miglior tempo, impiegando 4'56'' per percorrere 4,1 km, e confermando il primato al termine degli 8,4 km della cronometro con 10'18'', correndo a una media di 48,932 km/h. Lo segue Ivan Basso con 10'41''.
    «Sapevo che avrei avuto delle buone chance, ma non si sa mai cosa gli altri possano fare. Io però ho pensato solo a me stesso ed è andata bene», ha commentato entusiasta Wiggins, che ha indossato con emozione una maglia rosa che, ogni anno, porta il ricordo come per magia a storici campioni del passato come Coppi e Bugno. E il pensiero va all'indimenticata rivalità tra Coppi e Bartali, fino alle scalate del "Pirata".
    Oggi e domani altre due tappe del Giro fuori dai confini italiani: la Amsterdam-Utrecht (210 km) e la Amsterdam-Mittelburg (224). Martedì il giorno di riposo e il rientro in Italia.
    09/05/2010 - Farrar vince lo sprint, Evans nuova maglia rosa - È l'americano Tyler Farrar la stella dello sprint di questa seconda tappa del Giro d'Italia, la Amsterdam-Utrecht di 210 km, segnata anche da cadute, lividi e polemiche, e molto combattuta. Caduto quando mancavano circa quaranta chilometri al traguardo, Farrar ha recuperato grazie alla propria squadra, e uno sprint eccezionale ha fatto il resto. «Quello che volevo dal mio Giro era vincere una tappa, ora proverò a fare il bis», ha detto ai microfoni il corridore americano. L'australiano Cadel Evans, che in classifica generale precede di un secondo Farrar, è la nuova maglia rosa. Il suo predecessore, Bradley Wiggins, è arrivato con il secondo gruppo in compagnia di Sastre e Cunego pagando gli effetti di una caduta ai -41.
    10/05/2010 - La terza tappa a Weylandt, e Vinokourov maglia rosa - La terza tappa della Corsa Rosa, 224 km da Amsterdam a Middelburg percorsi oggi sotto forti raffiche di vento provenienti dal mare, è andata al corridore belga Wouter Weyland della squadra Quick Step. Weylandt è riuscito a battere allo sprint l'australiano Brown e il tedesco Forster.
    Sfortunato invece il leader della classifica generale Cadel Evans che, rimasto attardato per una caduta che ha frazionato in due il gruppo, ha perso la maglia rosa, che è stata conquistata dal kazako Alexandre Vinokourov (nella foto). In pochi giorni, il kazako ha così vinto la Liegi, decana delle classiche, e indossato l'ambito simbolo del Giro d'Italia,tutto a due anni e 8 mesi dall’annuncio della sua positività al Tour de France.
    12/05/2010 - Arriva Nibali e conquista la maglia rosa - Non era previsto che corresse, è stato ripescato all'ultimo momento per il caso Pellizotti ed è subito accorso per unirsi agli altri corridori. Ma Vincenzo Nibali, della squadra Liquigas-Doimo, nella quarta tappa del Giro non si è limitato a partecipare. Il siciliano ha strappato la maglia all'agguerrito Vinokourov, e adesso guida la classifica generale con 13'' su Basso e 20'' su Agnoli, suoi compagni. La tappa di oggi, la cronosquadre Savigliano-Cuneo di 33 km è stata disputata dopo le tre tappe olandesi e il giorno di riposo di ieri. La pioggia bagnava il percorso, dritto e in leggera pendenza.
    13/05/2010 - Quinta tappa, velocisti al palo, vince Pineau - Giornata particolare quella della quinta tappa, corsa da Novara a Novi Ligure, passando da Castellana, per totale di 168km percorsi su pianura, con i velocisti rimasti al palo e il dubbio crescente su quale delle squadre abbia davvero le forze per prendere le redini della corsa. Sulle terre del Campionissimo Fausto Coppi e di Girardengo, è Jerome Pineau a chiudere con successo la fuga avviata dal giapponese Arashiro e continuata da Voss e Fouchard. E intanto il siciliano Nibali comincia a prendere confidenza con la desiderata maglia rosa (nella foto, Nibali al fianco di Faustino Coppi, figlio del Campionissimo).
    Due erano i (facili) Gpm in programma oggi sulle colline che circondano Tortona: Avolasca e Passo Coppi. Gli ultimi chilometri sono interamente pianeggianti: il gruppo è passato sotto lo striscione d’arrivo prima di affrontare la breve salita di Gavi e tornare verso Novi Ligure con un circuito di 29,4 km. Insidiosa la curva a 1500 metri dal traguardo, considerata un punto cruciale in vista dello sprint per chi puntasse a vincere.
    14/05/2010 - Vince Llyod in fuga, Nibali ancora in rosa - Ancora una volta, nella sesta tappa, la Fidenza-Marina di Carrara (172 km), chi si aspettava che a vincere fossero i velocisti si è sbagliato. Per il secondo giorno, infatti, la gara si è risolta con una fuga da lontano. L'eroe del giorno è l'australiano della Omega-Pharma Lotto Matthew Lloyd, che ha vinto dopo una fuga di 128 km condotta in compagnia dello svizzero Rubens Bertogliati, della Androni-Diquigiovanni). A partire dal 45° chilometro, i due atleti hanno accumulato un vantaggio di 32'' nel giro di soli mille metri. Ma sulla salita verso Bedizzano, a circa 15 km dal traguardo, Bertogliati perde la sua ruota e Lloyd (nella foto, tratta da LaStampa.it) ci mette poco ad attaccare e a liberarsi dell'avversario, mentre dietro Hondo regola in volata il gruppo maglia rosa. Il gruppo è giunto a 1’16" da Lloyd e a nulla è valso il coraggioso tentativo di Alessandro Petacchi, che si è staccato da solo dal gruppo della maglia rosa nel tratto in discesa dopo la Spolverina, a circa 15 km dal traguardo La classifica generale resta invariata, con Nibali della Liquigas che continua a godersi la maglia rosa affermando che difende il simbolo anche da Ivan Basso, e che «a Ivan non dispiace, a parti invertite sarebbe uguale».
    15/05/2010 - Settima tappa, l'impresa nel fango di Evans - Un pomeriggio da eroi quello di oggi, una tappa da disputare impavidamente, lungo le famose "strade bianche" su cui si sono abbattuti pioggia, vento, nebbia e fango. Così si può riassumere la settima frazione del Giro d'Italia, la Carrara-Montalcino di km 220. Tra sterrati e salite, i corridori emersi dal fango hanno riscritto la classifica del Giro d'Italia. Il campione del mondo Evans ha regolato in volata un bravo Damiano Cunego e Alexandre Vinikourov (nella foto, tratta da Repubblica.it, il duello Evans - Vinokourov).
    Nibali, attardato da una caduta che ha coinvolto anche Basso, ha perso 2’01” e ha ceduto la maglia rosa, tornata adesso sulle spalle del kazako dell’Astana.
    La partenza è avvenuta alle 11,35 da Carrara nel ricordo di Gino Bartali. Si arrivava a Montalcino. I primi 110 chilometri si stendono pianeggianti sul litorale della Versilia. Dal Passo del Rospatoio (km 184,69) si apre un saliscendi tecnico e selettivo. Gli ultimi 19 chilometri possono cambiare gli equilibri anche in classifica. Perché chi fora o, peggio, cade sullo sterrato non riesce facilmente a ritornare sui primi.
    16/05/2010 - Vince Sörensen, mentre Vinokourov difende la maglia - Il temuto monte Terminillo non ha stravolto la classifica generale come si temeva. Nell'ottava tappa, 189 km da Chianciano Terme alla montagna cara ai romani, il kazako Vinokourov continua a difendere la maglia rosa, mentre la vittoria della frazione è andata al danese Chris Sörensen, della squadra Saxo Bank, che è partito con altri 16 atleti a 113 chilometri dall'arrivo e ha tamponato l'attacco di Simone Stortoni sulla salita finale, andando alla vittoria. Fra i big si è distinto solo Cunego, che ha tentato qualche attacco nella fase più dura della salita, ma senza riuscire a staccare Vinokourov. Nella prima parte di gara, sui saliscendi dell’Appennino centrale, si sono registrati ben sette ritiri: fra loro quello di Alessandro Petacchi, in difficoltà già nelle prime salite per fermarsi al 40° km. Il gruppo è rimasto compattto fino al Gran Premio della Montagna di Monte Nibbio. Lì, dopo una serie di attacchi, la comitiva si è frazionata in due tronconi: 17 corridori hanno preso il largo, fra loro il meglio piazzato nella generale è Johann Tschopp, 34° a 14’05”. I battistrada arrivano ad avere un vantaggio massimo di 2’55”.
    17/05/2010 - Vinokourov ed Evans sorprendenti, vittoria di Goss - Una corsa piena di emozioni la nona tappa del Giro d'Italia, da Frosinone a Cava de' Tirreni per un totale di 187 km. Su quello che sulla carta è un traguardo per ruote veloci, proprio una volata, rara fino a ora e inusuale rispetto agli sprint di gruppo, ha scritto il finale con la vittoria di Matthew Goss, il terzo australiano ad arrivare primo dopo Evans e Lloyd. Proprio l'assenza di un velocista in grado di primeggiare e di una squadra capace di formare un "treno" dedicato a questo tipo di arrivi ha infatti caratterizzato la frazione di oggi. Ma a dare un pizzico di originalità ci hanno pensato i primi due della classifica generale, Vinokourov (maglia rosa per il quarto giorno) ed Evans, che a 500 metri dall'arrivo hanno provato un colpo a sorpresa per vincere la tappa, stracciando previsioni e strategie. I due campioni non si sono accontentati di rimanere davanti al gruppo, ma hanno pure tirato la volata, riprendendo Bertogliati, scattato agli 800 metri. La festa del podio è di Goss, un trionfo per la Htc-Columbia. A seguire l'australiano, Filippo Pozzato E Tyler Farrar.
    La tappa è stata caratterizzata da una fuga a 4: Cheula, Stamsnijder, Barry e Ignatiev sono partiti al km 9 e sono riusciti ad accumulare fino a 4 minuti di vantaggio sul gruppo. Nel finale l’Astana si è messa a tirare a tutta, e Vinokourov è riuscito a guadagnare qualche metro su Evans, Basso, Garzelli e Scarponi. A circa 5 km dal traguardo il gruppo si è ricompattato. Ci prova Bertogliati, ma a vincere è Goss.
    18/05/2010 - Farrar vince a Bitonto e Vinokourov ancora in rosa - Tyler Farrar centra il bis e vince la Avellino-Bitonto, di km 230. Nella decima tappa del Giro d'Italia, anche questa volta adatta alle ruote veloci, finalmente un sole splendende e una temperatura di 20° hanno evitato agli atleti i guai dei giorni scorsi. Lo statunitense Farrar della Garmin, ben supportato dal compagno di squadra Julian Dean, è riuscito ad imporsi con facilità precedendo Sabatini e lo stesso Dean. Paura nel finale per l’incidente occorso a uno spettatore, caduto nel fossato del castello di Bitonto nei pressi dell’arrivo poco prima della volata. La sede stradale, occupata dall’ambulanza e dai mezzi di soccorso, è stata liberata a pochi minuti dell’arrivo dei corridori.
    La prima parte della tappa ha visto la fuga di Charles Wegelius (Omega Pharma-Lotto), Hubert Dupont (Ag2r La Mondiale) e Dario Cataldo (Quickstep). I primi due atleti sono scattati all'8° km, Cataldo li ha raggiunti al 15°. I tre sono arrivati ad avere un vantaggio massimo di 7'50'' dopo 36 km di gara.
    Nella seconda metà di tappa, le squadre dei velocisti si sono piazzate davanti a tirare l’andatura e al km 214, a -16 da Bitonto, il terzetto in fuga è stato risucchiato. Gli ultimi duemilla metri sono stati un lungo susseguirsi di curve e controcurve, con Dean a trainare Farrar fino ai 250 metri dal traguardo, fino a quando l’americano è uscito e ha vinto, precedendo Fabio Sabatini e lo stesso Dean. Alle loro spalle McEwen (4°), Greipel (7°) e Hondo (8°). Invariata la classifica generale, con Vinokourov che precede Evans di 1’12” e Nibali di 1’33”.
    19/05/2010 - La fuga dei 56 stravolge la classifica, Porte maglia rosa - L'undicesima tappa del Giro d'Italia, 262 km da Lucera a L'Aquila, la più lunga della Corsa Rosa, con la sua pioggia battente e una serie di stranezze non ha mancato di riservare sorprese che hanno stravolto la classifica, affogando le ambizioni dei big. Resterà nella storia la fuga dal primo chilometro di 56 corridori che, di fronte all'inspiegabile tolleranza degli uomini di classifica, hanno tagliato il traguardo ben 13 minuti prima di Vinokourov e di tutti gli altri big. Il risultato è stata la vittoria del russo Evgeny Petrov, del team Katusha, che non arrivava primo dal 2002 e che si è imposto con 5'' di vantaggio sull'abruzzese Dario Cataldo (Quickstep) e sullo spagnolo Carlos Sastre (Cervelo), e la conquista della maglia rosa da parte di Richie Porte (Saxo Bank), ora leader della classifica generale.
    Sastre (nella foto in azione) ha 2’49" su Vinokourov, 4’01" su Evans, 4’19" su Basso.
    20/05/2010 - Trionfa Pozzato, primo successo di un ciclista italiano - Sotto un sole splendente, Filippo Pozzato, del team Katusha, ha vinto la dodicesima tappa del giro, 206 km che vanno Sant'Angelo a Porto Recanati, regolando in volata 10 fuggitivi. Per la prima volta da quando il Giro d'Italia 2010 ha avuto inizio, un corridore italiano vince la Corsa Rosa. A seguire sul traguardo Thomas Voeckler (Bouygues Telecom).
    Pozzato (nella foto, tratta da Corriere.it) è andato all'attacco poco prima dell'ultimo gran premio della montagna. Nel gruppo del campione c'erano Basso, Nibali, Cunego, Scarponi e Vinokourov, ma non Evans, rimasto solo nel gruppo inseguitori. Sul rettilineo finale è partito per primo Vinokourov, con Nibali alla ruota. Poi negli ultimi cento metri lo sprint con Pozzato che ha bruciato Voeckler. L'epilogo è avvenuto al termine di una tappa animata dalla fuga di Flens, Krivtsov e Kaisen, ripresi a una quindicina di chilometri dall'arrivo, e dalla tensione nel finale di tappa con il campione del mondo Cadel Evans che è letteralmente venuto alle mani prima con Mazzanti e poi con Righi, rei di "spezzare" i cambi (azione di disturbo di chi si inserisce nella fila di chi si dà il cambio a tirare) davanti al gruppo che inseguiva i dieci in fuga. Adesso Evans rischia sanzioni, probabilmente una multa. L'australiano Richie Porte difende ancora la maglia rosa.
    21/05/2010 - A Belletti la 13esima tappa, Porte ancora in rosa La 13esima tappa del Giro d'Italia 2010, la Porto Recanati-Cesenatico di 223 km, corsa tra mille emozioni accresciute dal ricordo sempre vivo di Marco Pantani, è andata per la seconda volta a un italiano, Manuel Belletti, della Colnago. Il ciclista azzurro ha vinto in volata, battendo Lewis che sul finire aveva ben 150 metri di vantaggio. La maglia rosa è ancora sulle spalle di Richie Porte.
    La seconda vittoria italiana in due giorni riporta la corsa lungo binari più tradizionali. Davanti al gruppo si sono viste le squadre di Basso e Nibali (con Evans sempre a ruota), quella di Arroyo e quella di Sastre. L’unico a evadere dal controllo è stato Vladimir Karpets (Katusha), tornato nelle posizioni che contano (1’04" su 1’12").
    La prima parte della frazione di oggi risaliva la costa adriatica fino a Rimini, poi lungo la Valmarecchia con due gran premi della montagna: Perticara e Barbotto (quest'ultimo con pendenza massima al 15 per cento nell'ultimo chilometro). Finale tutto in falsopiano discendente costellato di curve e controcurve. Dai -5 ai -2 km dal traguardo erano presenti rettilinei con numerose rotatorie. Ai 1.150 metri immissione in finale con due dossi dissuasori di velocità prima dell'ultimo chilometro.
    22/05/2010 - Nibali domina il Monte Grappa, Arroyo maglia rosa - È andata al siciliano Vincenzo Nibali la 14esima tappa del Giro d'Italia 2010, la Ferrara-Asolo di 205 km con il Monte Grappa da scalare ai meno 40. Grazie a una fuga nella discesa del Monte Grappa, Nibali è riuscito a staccare tutti e ad aggiudicarsi il terzo successo di tappa italiano, dopo quelli ottenuti da Pozzato e Belleti. Nibali ha staccato il compagno di squadra Ivan Basso (poi secondo), Michele Scarponi (terzo) e il campione del mondo Cadel Evans, con i quali aveva fatto il vuoto in salita e che sono arrivati a 23''.
    La maglia rosa va invece allo spagnolo David Arroyo, che è riuscito a scavalcare l'australiano Richie Porte, ora secondo a 39''.
    23/05/2010 - Basso eroe del Monte Zoncolan, Arroyo ancora in rosa - Il giorno in cui gli atleti della Corsa Rosa hanno affrontato lo Zoncolan, la salita più dura d'Europa, è stato anche il giorno dell'infaticabile Ivan Basso (nella foto, tratta da Corriere.it). Nella 15esima tappa del Giro d'Italia da Mestre al Monte Zoncolan, di 222 km, il varesino della Liquigas ha sbaragliato gli avversari, tornando a vincere dopo 4 anni (la sua ultima vittoria è quella della tappa di Aprica, del 27 maggio 2006). Basso ha ottenuto la vittoria aumentando progressivamente l'andatura negli 8 km conclusivi, staccando Cadel Evans. Ai meno 3,5 km dal traguardo, dove la strada ha una pendenza del 22 per cento, il varesino ha lanciato l'attacco decisivo allungando sul campione del mondo che non è riuscito a tenergli la ruota ed ha accusato ben presto una trentina di secondi di ritardo, per poi recuperare qualcosa quando la pendenza è leggermente diminuita, pur restando intorno al 15 per cento. Ma non appena la pendenza è tornata a farsi ancor più dura, nuovo cedimento di Evans. Più indietro c'era Cunego che riusciva a contenere il ritardo e ad essere tra i primi, mentre decisamente in crisi Nibali, protagonista sul Monte Grappa. La maglia rosa David Arroyo era ancora più indietro anche se è riuscito a conservare la maglia rosa.
    25/05/2010 - La grande scalata di Garzelli, Arroyo difende la maglia - Si è svolta su una delle salite più dure del Giro la 16esima tappa della Corsa Rosa, la cronoscalata di 12,9 km da San Vigilio di Marebbe a Plan de Corones. Una gara che ha visto venire fuori la grinta di Stefano Garzelli, il 36enne varesino della Acqua&Sapone, che ha chiuso la prova in 41'28'', precedendo di 42'' l'australiano Cadel Evans e di 1" Ivan Basso.
    Lo spagnolo David Arroyo continua a difendere la maglia rosa in testa alla classifica.
    26/05/2010 - Damien Monier primo sotto il traguardo di Peio - È andata al francese Damien Monier, della Cofidis, la 17esima tappa del Giro d'Italia, 173 km che vanno dalla Val Pusteria (partenza da Brunico) alla Val di Sole (arrivo a Peio Terme). Monier è riuscito a imporsi al termine di una lfuga partita al km 54, condotta inizialmente con altri 18 atleti. Ai -3 dal traguardo, il francese si è sbarazzato di Kruijswijk e Hondo ed è arrivato a braccia alzate sotto il traguardo di Peio (nella foto, tratta da Gazzetta.it, Basso, Nibali e Arroyo all'arrivo di Peio). Secondo è arrivato Hondo (Lampre), terzo Kruijswijk (Rabobank).
    Gli uomini di classifica sono arrivati a quasi dieci minuti dal vincitore. La Liquigas aveva provato anche il forcing finale (gli ultimi 3 km erano al 12%), ma nessuno si è staccato. Sul traguardo Scarponi ha piazzato lo scatto che gli ha permesso di mettersi alle spalle tutti i big della corsa: il marchigiano ha guadagnato un secondo su Basso, Nibali, Arroyo e Sastre. Chi ha perso qualcosa sono stati Sastre (cinque secondi), e Porte, Pinotti e Cunego: i tre hanno perso otto secondi.
    Arroyo porta ancora la maglia simbolo della Corsa Rosa.
    Il percorso di oggi prevedeva un Gran Premio della Montagna di 1^ categoria – il Passo delle Palade – quindi discesa verso Malè e arrivo a Peio Terme. L’ultima salita è lunga 9.500 metri ma quelli più ostici sono gli ultimi 3.000, con quattro tornanti e pendenze che toccano il 12%.
    27/05/2010 - Greipel vince allo sprint, classifica generale invariata - La 18esima frazione del Giro d'Italia 2010, 140 km da Levico Terme a Brescia, è stata vinta allo sprint dal tedesco Andre Greipel, della Htc Columbia, che ha letteralmente bruciato al traguardo il neozelandese Julian Dean, lasciando il terzo posto all'italiano Tiziano Dall'Antonia. A vincere la tappa ha provato fino all'ultimo Alan Marangoni (Colnago), che è andato in fuga dopo una ventina di chilometri insieme con il belga Olivier Kaisen. I due hanno raggiunto un vantaggio massimo di 2'45". Ma negli ultimi 10 chilometri il gruppo maglia rosa ha cominciato a spingere in maniera più convinta e il vantaggio dei due fuggitivi è sceso per la prima volta sotto il minuto. A quasi 4 km dal traguardo Kaisen si è rialzato sui pedali ed è stato riassorbito dal gruppo. Marangoni non si è dato per vinto e ha insistito nella sua azione. Ma è stato ripreso a circa 2 km dall'arrivo.
    La classifica generale resta invariata, con Arroyo in maglia rosa, seguito da Basso a 2'27" e da Porte a 2'44".
    28/05/2010 - Scarponi domina all'Aprica, e Basso si tinge di rosa - La 19esima tappa del Giro, 195 km da Brescia all'Aprica, è andata a due campioni delle due ruote, Michele Scarponi, che ha vinto la gara, e Ivan Basso (secondo sul traguardo davanti a Nibali), che ha conquistato la maglia rosa.
    La classifica generale ha subito cambiamenti, come previsto, dalla prima delle due tappe alpine in programma.
    Sin dai primi tornanti del Mortirolo Basso è riuscito a imporsi sugli avversari. Il capitano della Liquigas stacca Arroyo, Vinokourov e Evans, mentre gli restano agganciati il compagno di squadra Vincenzo Nibali e Michele Scarponi, i due che lo scorteranno fino all'arrivo.
    Arroyo riesce a recuperare nella discesa verso Edolo, ma sull'ultima salita verso l'Aprica Basso riprende a marciare con energia, fin quando, a 3 km dall'arrivo, il capitano della Liquigas respira già l'odore della maglia rosa. In classifica generale il varesino guida con 54” su Arroyo e 2'30” su Nibali, mentre Scarponi è quarto a 2'49”.
    29/05/2010 - Basso stravince sul Gavia, e aumenta il vantaggio - Nella 20esima tappa del Giro d'italia 2010, la Bormio-Tonale/Ponte di Legno di 178 km, i corrdori si sono trovati alle prese con una pista difficile da affrontare, caratterizzata com'era da tornanti innevati. Sul Gavia, tra freddo e asfalto bagnato, a trionfare è stato Ivan Basso, che ha difeso sul traguardo del passo del Tonale la maglia rosa, arrivando addirittura ad aumentare il suo vantaggio su Arroyo portandolo da 51" a 1'15".
    La ventesima tappa (178 km con partenza da Bormio) prevedeva quattro passi (Forcola, Eira, Foscagno e Gavia-Cima Coppi del Giro a 2.618 metri) prima dell'arrivo in salita al Tonale. Sulle rampe del Gavia sono fuggiti lo svizzero Tschopp e il trentino Gilberto Simoni,, ma è stato lo svizzero con uno sprint a conquistare la vetta, poi Simoni è stato ripreso in discesa dagli inseguitori. Il campione del mondo Cadel Evans va via dal gruppo della maglia rosa a 3 km dal traguardo. Sul Tonale arriva Tschopp a braccia alzate con 16" sull'australiano Evans e 25" su Basso che si prende anche otto secondi di abbuono. Grande lotta per il terzo posto: c'è un solo secondo tra Nibali e Scarponi (quarto) e dietro a 50" c'è il cronoman Evans.
    30/05/2010 - 21esima tappa, trionfo in rosa di Basso - Prima la grande impresa sulle difficili rampe del monte Zoncolan, nella 15esima tappa, poi l'energia sfoderata nelle tappe del Mortirolo e sabato in quella che affrontava la Cima Coppi sul passo Gavia. Dopo giorni di successo, per il ciclista varesino Ivan Basso è arrivata la meritata vittoria al 93esimo Giro d'Italia. Per il corridore si tratta del secondo successo nella Corsa Rosa, dopo quello del 2006; due successi separati da due difficili anni di squalifica per doping.
    La cronometro individuale di 15 km a Verona ha visto la vittoria di Larsson con 42" di vantaggio su Basso (15esimo). La medaglia d'argento è andata a David Arroyo, distaccato di 1'51", mentre Vincenzo Nibali ha mantenuto la terza piazza nei confronti di Michele Scarponi, sul quale alla partenza della tappa contro il tempo era in vantaggio per un solo secondo.


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